Bio

Nata a Milano nel 1967, Gabriella Pravettoni si occupa da anni all’Università Statale di Milano di processi decisionali e di psicologia della salute. La sua attività si svolge tra Statale, dove è professore ordinario di Psicologia delle Decisioni, e Istituto Europeo di Oncologia, dove dirige la Divisione di Psicologia, ed è principalmente dedicata, nella pratica clinica così come nello studio scientifico, alle medical humanities ed in particolare all’empowerment, inteso come un processo il cui obiettivo è quello di potenziare le risorse personali psico-sociali del paziente nella gestione della malattia e del proprio percorso di cura, agendo su più livelli: il paziente, la famiglia, il medico, la società. Su questi temi il gruppo della professoressa Pravettoni è impegnato in vari progetti di ricerca internazionali che vedono la collaborazione multidisciplinare di importanti centri d’eccellenza europei. Convinta che tramontato il vecchio schema paternalistico sia giunto il tempo di un radicale cambiamento nella relazione tra medico e paziente e che a tale scopo debba definirsi anche nuovo modello di formazione, Gabriella Pravettoni ha portato all’Università Statale di Milano – primo caso in Italia – la Cattedra di umanità, che prevede un accompagnamento dello studente dai primi anni del percorso universitario fino alla specializzazione scelta, affinché capacità di ascolto e di relazione con il paziente, nella sua dimensione esistenziale, emotiva e sociale, divengano competenze vere e proprie di tutti coloro che a diverso titolo partecipano al processo di cura. Molto attenta agli aspetti divulgativi di quella che considera prima di tutto una “battaglia culturale” in difesa delle persone malate e dei loro familiari, Gabriella Pravettoni ha dedicato ai suoi pazienti il libro “Senza Paura. Vincere il Tumore con la medicina della Persona”, scritto nel 2015 con Umberto Veronesi ed edito da Mondadori.

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PUBBLICAZIONI

Nessun’epoca come la nostra dispone di tante conoscenze su “che cosa è l’uomo” ma nessuna epoca come la nostra sa così poco su “chi è l’uomo”

Martin Heidegger

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